DEFENSE !

Riprendo gli appunti di una mia tesina ad un supercorso per ali e guardie di Bormio. Revisionata, ristretta e MOLTO corretta.

Eccetto casi "patologici" tipo Gallinari, Tracer anni ’80, se chiedete ad un atleta cos’è più divertente nella pallacanestro, tutti vi diranno "IL TIRO!" Se invece chiedete cos’è più noioso, vi diranno "LA DIFESA!" La difesa per un atleta è molte volte, solo il noioso intervallo che separa due giochi di attacco divertenti, però il 50% di una partita la si passa in difesa, pertanto serve pure…..

Difendere, imparare a difendere, avere voglia di difendere.

Estenuanti allenamenti finalizzati solo ed esclusivamente sulla difesa, stroncano la voglia anche all’atleta più motivato, occorre trovare un giusto compromesso e occorre dare stimoli diversi per ottenere gli obbiettivi prefissati. Io lavoro così ( lavoravo….. ) :

  1. IMPARARE LA TECNICA

  2. Migliora la tua tecnica di difesa, farai meno fatica e avrai migliori risultati. + TECNICA = - FATICA + RISULTATI
    Anticipare un avversario è meno faticoso che corrergli dietro per tutto il campo, e dà anche più soddisfazione.
    Sapere cosa fare e come difendere semplifica e riduce lo sforzo fisico e intellettuale.
     
  3. ESSERE PERICOLOSI

  4. NON difendere passivamente, devi essere pericoloso. Ad ogni passaggio ad ogni taglio dell’attaccante devi renderti pericoloso,
    intercettare, sporcare,rubare palla. Devi rendere ogni tentativo di 1vs1, ogni tiro, pessimo, difficile, l’attaccante deve rendersi conto che corre un pericolo mentre tu difendi. TU sei la parte ATTIVA, l’avversario è quello in pericolo.
     
  5. IL RIMBALZO

  6. Quante volte vuoi difendere in una azione offensiva avversaria ? Una volta o più volte ? Una ovviamente, allora… tutti a rimbalzo, con il coltello tra i denti : quella palla DEVE essere mia, non voglio che loro attacchino ancora e che io debba difendere ancora.
     
  7. IL TEMPO

  8. Ci sono allenatori che prima dell’inizio di un incontro chiedono ai loro atleti " forza ragazzi, 40 minuti di dura difesa!" Il risultato sarà 10 atleti già in paranoia prima ancora di iniziare. D’altra parte, chi ha voglia di difendere 40 minuti ? Solo l’idea ti mette a terra !
    Partiamo invece da questo tipo di ragionamento : un azione d’attacco dura al massimo 24". Per superare la metà campo, 5" circa, per disporsi in attacco altri 2"-3". Tenuto conto che in una partita solo pochissime azioni hanno un tiro allo scadere dei 24, il tempo reale in cui si richiede realmente di difendere è circa 10"- 15" al massimo. Chiedete ora ad un vostro giocatore " Credi di riuscire a difendere duro per 10"-15 ?". Chiunque vi dirà di SI’ !!!! Questo deve essere l’obbiettivo reale !!!!!
DIFESA A UOMO, DIFESA A ZONA

Non essere passivi prima cosa, non dare punti di riferimento all’attacco è il secondo punto. Con una squadra senior, io non difenderei MAI a uomo per 40’ e tantomeno farei una passiva difesa a zona 2-3. Che noia. Per gli atleti, per il pubblico ed anche per il coach !

Buona parte dei giocatori pensano a correre dietro all’attaccante difendendo a uomo e credono che in una difesa a zona, bisogna difendere una zona del campo, NON l’uomo che stazione in quell’area !!!!! CAMBIARE MENTALITA’. Difendere a uomo o a zona ma tenendo ben presenti i 4 punti sopracitati, inoltre per me, è più divertente e talvolta più proficuo, cambiare difesa secondo determinate regole, per esempio, se segno presso, se sbaglio stò a uomo, oppure se segno TL passo a zona ecc. ecc.. non troppe varianti ovviamente che creano confusione, ma poche e ben precise disposizioni. Le zone mascherate, box n’ one e così via, ad un certo livello, step by step, possono risultare più coinvolgenti per i giocatori e tatticamente estenuanti per l’avversario. Con le giovanili, il discorso è diverso, se non hanno i principi e la tecnica corretta per difendere a uomo non puoi iniziare altre varianti, ma comunque non ritengo cosa inaudita e disprezzabile difendere a zona. Dipende come lo fai ! ( attiva, pericolosa, anticipo ecc. ecc. vedi sopra )

IMPARARE A DIFENDERE

Ci sarebbe da scrivere enciclopedie su questo argomento. Per la difesa sul portatore di palla, io "metto giù" solitamente questo programmino di base, con una evoluzione cronologica degli esercizi. Vediamo un po’…

Scivolare

E’ un termine che non affatica, scivolare. Invece è molto faticoso.
 
 
Disposti in una metà campo, il coach (C ) indica le quattro diverse diagonali, a sinistra avanti e indietro, a destra avanti indietro, come se ogni giocatore dovesse virtualmente difendere contro il coach. L’esercizio deve dare reattività, ad ogni sosta e prima di un cambio di direzione, si tengono i piedi in battuta alternata in attesa del comando successivo. Curare i seguenti punti :
  1. Spingere sul piede interno e "buttar fuori" il piede esterno
  2. Curare che le gambe non siano troppo divaricate ( errore comune )
  3. Curare la posizione delle braccia per evitare il cambio di direzione dell’attacco e per intercettare eventualmente palla (classica posizione una mano bassa una alta)
Questo è l’esercizio più faticoso e più noioso, ma inevitabile. Lo maschero come esercizio di tenuta fisica/condizionamento e soprattutto do’ dei termini ben precisi: 3 serie da 30" oppure 5 serie da 15" , prima serie lenta per coordinare il movimento corretto, seconda serie a media reattività, ultima serie al massimo e così via. IMPORTANTE è dare un termine : l’atleta saprà regolarsi e gestirsi e soprattutto saprà quanto deve fare e quando finisce. Così lo ritengo meno pesante.

Seguire il palleggiatore
 

Tipico esercizio con un palleggiatore ed un difensore, ma và eseguito in questa maniera :
 
Per ogni lato, Il difensore parte scivolando, poi corre per recuperare posizione e si rimette di nuovo in posizione difensiva scivolando nella posizione corretta. L’attaccante deve coadiuvare la difesa, partendo su ogni lato lentamente, accellerando al centro e rallentando di nuovo verso la fine del lato. L’esercizio finisce con un 1VS1 e tiro. Attacco e difesa si alternano.
Curare :
  1. la corretta coordinazione dello scivolamento, corsa e di nuovo scivolamento
  2. la pressione difensiva che interferisce sul cambio di direzione
CHIEDERE AL DIFENSORE 10" DI SOFFERENZA, SOLO 10" da ripetere N volte ( determinare le sequenze preventivamente, informando i giocatori )

Non passa !

Il palleggiatore parte da sottocanestro. Deve superare la metà campo. La difesa deve "resistere" e tenere il palleggiatore almeno 5" nella sua metà campo. Chiedo pertanto 5 SECONDI di duro lavoro difensivo, non di più.
Se il difensore ci riesce, diventerà lui l’attaccante al prossimo giro, se invece l’attaccamente riesce in 5" a superare la metà campo, può giocare 1vs1 e andare a canestro. Mille varianti possibili : un quarto di campo, 2vs1 dall’altra parte ecc.ecc.

La linea di fondo è il tuo aiuto
 
 
L’attacco deve provare la penetrazione sul fondo. La difesa deve scivolare, correre, scivolare fino a mettere un piede sulla linea di fondo, chiudendo la penetrazione.
L’attacco poi è libero di giocare 1vs1 fino al tiro, ma entro e non oltre altri 5".
La difesa viene premiata se chiude il fondo e non lavora più di 5-10" secondi.

Precisazione :

E’ chiaro che se il vostro capo allenatore è Pancotto, scordatevi tutto : lui manda l’attacco sempre al centro. Sono ancora perplesso dopo anni. Al supercorso di Bormio così parlò. Io credo che il miglior alleato sia la linea di fondo, molto più forte di qualsiasi aiuto, inoltre, il canestro è mezzo metro dentro il campo e non sulla linea. Se ho 5 superatleti di A1 ci penso, se ho delle giovanili, minors o il femminile, non cambio idea.

Note finali :

Non faccio mai tutti e quattro questi esercizi nello stesso allenamento, preferisco i primi due in uno e gli ultimi due in un altro, intercalati da esercizi di tecnica e/o tiro, comunque non anaerobici.
Se alleno giovanili questi esercizi o similari, sono frequenti, se alleno senior, una volta al mese, li riprendo, per perfezionare la coordinazione, i movimenti e la tecnica.

Gli esercizi suddetti sono in "forma semplice", sono posibili molte altre varianti, in funzione della categoria che si allena, del numero di giocatori presenti, se si ha un vice che aiuta ecc.ecc. Importante non è l’esercizio in se stesso, ma come si cura nei dettagli la finalità di ogni singolo esercizio. Io ho il problema di essere prolisso, non il dono della sintesi, di conseguenza, se vedo un errore grave da correggere, tento ove possibile di non fermare il gioco e di prendere da parte l’atleta per le spiegazioni, se l’errore è di gruppo, e se devo proprio interrompere l’esercizio, lo faccio quando vedo che una pausa potrebbe giovare anche per riprendere fiato.

Se ho omesso qualcosa di importante, attendo commenti.

Ciao a tutti

Mexico