EZIO, CICCIO, CICCIO (LINA) E… LA NUVOLA DI FANTOZZI
 

E così anche le ferie sono finite. Tutti tornati? Tutti pronti ad un nuovo anno di spettacoli tresh che andranno dalla Pro Sesto alla C femminile passando per hockey, boccette, sexy show, vacanze, tornei e cene varie? Ma come non effettuare un flash back su come degli imbecilli doc possono farsi del male anche durante le ferie? Già perchè una parte dei nostri eroi nell’afa di luglio riteneva opportuno essere presente allo svolgimento delle finali europee categoria Under 20 femminile inizialmente da tenersi a Dubrovnik in Croazia. Gli interessati sono risultati: PaoloFax (Calastri, sua giocatrice era convocata), Cici (in Croazia si risparmia), Mattia (non sapeva che cavolo fare dopo il camp) ed il sottoscritto (per farsi del male).  Il primo problema è stato capire come arrivare laggiù, aereo no (vade retro), macchina no (che palle), treno (troppo lunga) motivo per cui mettere d’accordo I quattro aveva le stesse difficoltà di sedere ad un tavolo Bin Laden, Saddam, Bush e Milosevic e convincerli a giocare a Malefiz senza litigare e tirarsi le pedine.
Dopo ore di discussioni Paolo Fax si offre di andare a prendere le brochure di traghetti ed alberghi. Il nostro eroe torna dopo un paio di giorni tronfio e con un pacco di depliant. Il tutto un po aiuta e sembra che I 4 decidano per macchina fino a Bari ed imbarco. Ora bisognava andare a prendere I biglietti. Nel mentre si parla mica ti arriva l’amico Trinka che avendo origini croate ci illustra cosa si può fare. Interessante, ma la cosa più bella è quando ritiene opportuno che Cicì essendo a casa a fare nulla vada a prendere I biglietti del traghetto. Cicì si inalbera bofonchiando qualcosa e parte ocando contro il mondo e lasciando in 3 I partecipanti alla spedizione. I 3 si guardano allibiti nel centro della strada ed il Trinka ne approfitta per sequestrare tutti I depliant minacciando di non renderli  finchè Cicì non sarà tornato con I biglietti. Situazione tragica quanto I contratti della Pay per view delle 8 società ribelli, anche perchè 2 giorni dopo Paolo Fax partiva per la luna di miel.. ops la vacanza in Namibia, Mattia per il camp ed il sottoscritto per Songavazzo (beh, si fa quel che si può..).
Giunti a questo punto per il Vostro umile cronista non restava che migrare verso gli orientali patri lidi (Balaton, Budapest ed affini) se non che… colpo di scena!!!! Il mio amico Stankovic decide di spostare le finali a Zagabria. E’ un Cici pimpante quello che declama la notizia pregustando una decina di giorni fuori dalle balle. L’accordo è immediato e si attende solo il ritorno del puerpero dalla Namibia per sapere se saremo 2 o 3. Purtroppo il nostro torna dalla terra africana con meno soldi del Lesotho nella bilancia dei pagamenti esteri e… cotto a puntino, motivo per cui adducendo problemi di mercato lascia me e Cici da soli (Ndr.: che culo!).
Domanda: secondo Voi con cosa Cicì si è presentato alla partenza? Facile, con la famigerata “bara cinese” al traino. Alla domanda: “ma per 10 giorni tutta quella roba?”, risposta: “mi piace essere comodo ed avere tutto”. E va beh.
Già al primo minuto la cagata da imbecilli: il treno delle 10 per Venezia che dovevamo prendere non c’era in quanto la corsa si effettua solo al sabato e domenica, poco male, un ora in meno di sonno ed un’ora di attesa sul binario. Dovete poi sapere che diretti a Zagabria non ci si arriva manco morti, motivo per cui la notte va passata a Venezia o Trieste. Scemo e più scemo propendono per Trieste, solita pensioncina da pochi euro salva portafogli e pietosa caccia ad un ristorante con un Cici furente che alla fine per non mangiarsi un gabbiano crudo si infila in un posto inverecondo stile spennaturisti dopo aver girato non meno di una decina di bettole (leggendo menu e prezzi ovunque) sulla ramblas e sul lungomare  iniziando così una lunga storia d’odio con chiunque proponesse di cucinare.
Il giorno dopo il simpatico trenino chiamato “Drava” ci porta oltre confine superandosi. Infatti dovrebbe partire da Trieste Centrale alle 10.32, arriva puntuale da Venezia alle 10.10 e non si sa come e perchè si impianta sul binario fino alle 10.58. I tempi di percorrenza sono da autentica tradotta ed alle 12.30 siamo ancora  al confine (a piedi in 20 minuti si è in Slovenia da Trieste). Nel frattempo pietose le esibizioni ciccesche per porre la bara cinese nei portabagagli sopra I sedili, nel suo massimo sforzo l’incredibile Hulk al confronto di Cicì sembrava più magro del mahatma Gandhi.
Bontà sua le eroiche carrozze dove eravamo, staccate a Lubjana e ringalluzzite dalla nuova motrice decisamente  più vispa, all’imbrunire ci scaricano a Zagabria. E’ un Cicì affamato e provato quello che viene accolto da una plumbea capitale Croata, tanto provato dal fiondarsi nel primo albergo adocchiato sulla piazza della stazione (circa 40 euro a capocchia ma carino e sopratutto con televisore per vedere gli imperdibili mondiali di nuoto).
Ma la fame è più potente e dopo un giretto per la città (a proposito Zagabria ha l’aria della città pulita, ordinata e sopratutto in preda ad un costante coprifuoco tanti sono I poliziotti che girano armati) ed imbucato il Corso Bayres Croato un paio di posticini sembrano decenti, se non che dopo il rientro in albergo per doccia e smoking (??) serale alle 22 entra in funzione il vero coprifuoco ed anche I dispensatori di cibo si adeguano. E’ un assatanato Cicì a vedere in un vicoletto un ristorante italiano (Leonardo) unica parvenza di luce nel deserto. Ovviamenta ci si fionda per sfogare gli istinti gastronomici ed oltretutto non restiamo nemmeno delusi dalla qualità del cibo, tanto che ritemprati si decide per le palette sul corso nel dopo cena, unica possibilità di svago in una città che a detta anche di altri con immenso scandalo non propone nemmeno un night club.
Per la cronaca viene stabilito una percentuale di 81 donne su cento transitate con le quali I nostri ci farebbero qualche cosina (ndr.: Vi assicuro che Cicì ha promosso trombabili perfino dei manici di scopa con le puppe, scandalo).
Comunque sia a Zagabria devi andare a letto presto per tua volontà o perchè ti ci cacciano, permettendo così di essere pimpanti il giorno seguente nella ricerca della palestra per I quarti di finale e gli incroci dal 9° al 12° posto.
Prima che arrivassimo noi si erano ovviamente svolte le partite dei gironi (2 da 6 squadre) dove le prime 4 passavano ai quarti, l’Italia le aveva già perse tutte, 2 di brutto (-30 e –40) mentre le altre 4 di poco (2-5 punti). La prima partita del venerdì era dunque Slovacchia-Germania ed a seguire Italia-Ungheria valide come semifinali per il 9° posto e si giocava alle 9.45 di mattina. Ah Ah che ridere, secondo Voi, due ghiri come noi ci sarebbero mai arrivati a quell’ora in palestra?
Risposta: sì. Se però l’avessimo trovata la palestra. Già perchè giocare nel palazzetto dello  sport sembrava brutto ai croati, motivo per cui le squadre sono state confinate in una triste palestra dietro ad un grattacielo in condizioni twin tower dopo l’11 settembre ed all’interno di un centro sportivo di tennis e calcio (dove penso giocasse una squadra di prima categoria se non peggio).
La tappa di avvicinamento alla palestra è stata triste, noi avremmo anche chiesto la strada ma ci hanno mandato da tutt’altra parte, abbiamo chiesto a delle giocatrici francesi e Lettoni ma ci hanno guardato allibite negando di sapere dove fosse il posto, abiamo scarpinato per uno dei tanti vialoni della città (tutti uguali sono), finchè una provvidenziale telefonata a Nani ci ha indicato la retta via ritrovata solo per una fenomenale botta di culo.
Insomma al nostro arrivo avevamo perso quasi tutta Germania-Slovacchia che abbiamo solo potuto rimirare per la qualità estetica delle tedesche, mi sono subito immedesimato nel selezionatore, un grande, neanche io sarei riuscito per Miss Italia a fare una squadra simile, che gnocche…. Ovviamente non è che col basket centrassero molto infatti le crucche hanno perso di una trentina ma brave lo stesso (anche se in girone erano risultate quinte davanti all’Italia). Il tempo di sedersi ed iniziare a litigare col custode che non ci faceva mettere I piedi sui seggiolini (e io li mettevo quando si girava) e in una palestra pressochè deserta ecco comparire nell’ordine: il Cav. Concato da Vicenza, Carlone Villa diciamo da Treviglio, il GM Conti da Latina (per intenderci l’ex Signor Lloyd nonchè DS di Cesena) e il buon Richini. I primi due figuri hanno fatto subito notare come fossero li dall’inizio del torneo, il Carlone Villa (a proposito Carlone un cavolo perchè ora è quasi un figurino avendo perso almeno una ventina di chili) addirittura con il pass stampa e carico delle statistiche di tutte le partite disputate, un vero professionista..
Il Cav. Concato appariva sempre in ottima forma (penso sia l’unico ad aver visto tutte le finali nazionali, europee e mondiali da 40 anni a questa parte) anche se un po in crisi di astinenza di Coca (Cola) disdegnando eroicamente I venditori di Pepsi. Anche Conti si presentava in buona forma anche se non abbiamo capito la quintessenza della sua presenza , pare arrivasse da Udine o giù di li. Coach Richini era invece impegnato ad occultarsi negli angoli più bui della palestra per studiare giocatrici e schemi da vero professionista.
In effetti non era difficile scorgere I nostri “parenti” italiani, visto che nella palestra c’eravamo solo noi oltre a 5 o 6 ragazzotti tedeschi con tamburi che facevano un casino bestia per le loro scarsissime beniamine. Finita la farsa slovacco-teutonica toccava alle nostre intorno a mezzogiorno. Ovviamente nella mia posizione neutrale ho seguito la partita con interesse (sempre curando il custode per appoggiare I piedi sugli schienali delle sedie quando si girava), le italiche sono rimaste in partita per quasi tutta la gara salvo cedere nel finale alle non irresistibili “ragazze” magiare.  Alla fine I 15 spettatori presenti erano quasi soddisfatti.
Qualche astante in più si è presentato per I quarti di finale Spagna-Lettonia, Cekia-Grecia, Russia-Turchia e Francia-Croazia. Tra le squadre messe fisicamente meglio c’era sicuramente la Lettonia che, allenata da un ex-giocatrice russa poteva contare su di un paio di fisici mica male e la figlia di tale allenatrice era sicuramente un discreto talento. Purtroppo nella terza partita si era infortunata una guardia di notevoli mezzi fisici (di cui siamo anche diventati quasi amici chiacchierando fuori palestra) che se sana nel proseguo del campionato avrebbe potuto avere il suo peso. Nei quarti comunque le Lettoni non hanno avuto soverchi problemi contro le spagnole che mi aspettavo molto più reattive fisicamente, ritrovandomele invece piuttosto abuliche e rassegnate. Interessante invece, sopratutto nel primo tempo, Cekia-Grecia con le ceche a mettere in vetrina un allucinante e sgorbioso botolo in cabina di regia che tutti scarterebbero anche nel minibasket indirizzandola al curling, ma che in realtà aveva sotto due maroni mai visti ed era in grado di comandare la squadra a suo piacimento e, in caso di bisogno, mettere quelle 2 o 3 bombe (anche da 8 metri) per risolvere la partita. Oltre a lei le ceche presentavano un paio di mezze lunghe di notevole livello. L’unico problema delle ceche era che decidessero di mettersi a giocare, infatti dopo un primo tempo passato a guardare le elleniche (anch’io guardavo la 5, uno spettacolo) all’inizio del secondo pim, pum pam, bomba, bombina e bombetta in un amen le simpatiche greche seppellite.
Altro discorso per le “ragazze” russe  che guidate da una specie di Stalin della panchina non potevano fare altro che allenarsi e giocare, vivendo rinchiuse e blindate nei loro appartamenti. Comparivano in campo 5 minuti prima della partita, giocavano e sparivano come neve al sole, un peccato perchè il materiale anche qui era notevole sia qualitativamente che esteticamente con un paio di giocatrici davvero super. Le turche hanno retto piuttosto poco e la partita è scivolata via in tranquillità in attesa di impegni più probanti. Più combattuto l’ultimo quarto tra Francia e le padrone di casa Croate con tanto di TV al seguito. Carlone Villa, da intenditore, aveva pronosticato Francia e così è stato, la non eccezionale compagine locali (solo una giocatrice aveva qualcosa di cestisticamente interessante) crolla davanti alla freschezza ed alla verve delle gallette (o galline) francesi che non erano niente di eccezionale ma con l’entusiasmo e la voglia di lottare alla fine hanno portato a casa la partita. Si va be ma io e Cicì eravamo lì dalle 10.36 di mattina ed ormai erano le 23 di sera ed I morsi della fame erano ormai insopportabili. Dopo aver visto 6 partite consecutive potevamo permettercelo, motivo per cui assaltato il tram che finalmente avevamo capito dove andasse siamo  tornati in centro, convinti che il venerdi sera avremmo trovato un po di vita. Ovviamente la vita consisteva nei soliti militari con fucile spianato (che non abbiamo ancora capito se tranquillizzavano o impaurivano) e qualche disperso, fortunatamente il Leonardo teneva duro e verso mezzanotte il giusto premio. Cibooooo.
Di serate space neanche parlarne, non restava quindi che prepararci al giorno successivo dove il primo impegno era con l’Italia che aveva eroicamente guadagnato la finale 11-12° posto senza aver vinto una partita. A discolpa delle nostre dobbiamo dire che erano sotto età (essendo un gruppo junior) e che comunque con le squadre alla loro portata se la sono sempre giocata. Contro le fotomodelle tedesche si mette male per almeno 3 quarti di partita finchè entra la rodense Frantini che fa l’iradiddio con penetrazioni e bombe ed annichilisce le bambone teutoniche. Partita vinta e niente cucchiaio di legno. Meno male. Confessiamo che pur di non vedere gli spareggi 5-8 posto con un entusiasmante Grecia-Turchia ci siamo rifugiati nel vicino bar del Tennis dove il solito “mitico” Villa aveva già trovato il modo per farsi cucinare costine e rosticini con l’immancabile Coca cola per il Cav. Concato. L’unico che abbiamo dovuto attendere è stato il Professionista Richini chiuso dentro nell’allenamento delle Russe. Altro diversivo la partitaccia di calcio sullo spelacchiato campo dove I locali incontravano una squadraccia indegna, tanto indegna che hanno pure perso. Un tipo poi, saputo che ero italiano mi ha perfino chiesto se fossi un osservatore della Dinamo Zagabria. Seeeee.
A seguire l’atteso derby Russia-Lettonia. Partita punto a punto ed anche interessante, buone ancora una volta le individualità, un po meno la conduzione tecnica delle due panchine, in particolare la mamma Lettone da l’impressione di risparmiare squadra e figlia per la finale terzo posto. Crollo Lettone nel terzo tempo ed è +30 per le ragazze Russe. Più tirata Francia-Cekia ma il folletto ceco continua a fare la differenza anche perchè quando esce entra la sua fotocopia e non basta la volontà alle transalpine, la differenza tecnica si fa sentire. Alla fine la logica finale è Russia-Cekia, le due vincitrici dei gironi e le squadre che hanno mostrato qualcosa di più.
Stavolta è la Concato machine con il Carlone autista che ci porta a mangiare tanto per cambiare nell’unico posto aperto (Leonardo), e dopo la parentesi di Cici guida (si è perfino infilato in un vicolo cieco con tanto di gradinata finale e pianerottolo di casa privata) possiamo sfogare I nostri bassi istinti. Sempre interessanti I racconti del Cavaliere che si perdono nella notte dei tempi con le prime pionieristiche trasferte di coppa all’Est con I vari Tupolev ed Antonov in tela cerata. Unica cosa strana è il fatto che I nostri due commensali ci comunicano che, dopo aver visto tutto, non vedranno le finali. Strani…
Finali che comportano altra intensa giornata di sport e, se le finali 5-8 interessano poco l’attesa per Lettonia-Francia e Russia-Cekia è più palpabile. In una palestra già popolata per il terzo posto le gallette superano le ormai sciancate Lettoni che arrivano in fondo veramente alla canna del gas tra infortuni vari. Alle nove de las tardas la disfida finale. E qui succede di tutto. Squadre contratte in partenza in una sequenza di errori dovuti alla tensione ed alla stanchezza del lungo torneo. Si va avanti punto a punto in una partita piuttosto povera di valori tecnici. Si vedono comunque le solite buone individualità ma lascia un po a desiderare il gioco di squadra. Gioco di squadra che viene totalmente zittito dalle alchimie tattiche dei due coach. Lo Stalin russo ad un certo punto si mette a difendere in una maniera inesplicabile tant’è che ne Cicì (e va bene) nè Richini riescono a capire cosa stia succedendo (una roba tipo 2 a uomo, 2 a zona ed una a spasso). Di contro l’allenatore ceco fa un paio di cambi terrificanti mettendo in campo un paio di giocatrici che non troverebbero spazio nel Gessate di Luisari. Cici sbotta: “vince la squadra il cui allenatore si siede per primo e sta zitto”. In effetti… insomma tra strafalcioni vari è il solito birillo ceco a fare la differenza e a far piangere (neanche tanto) le mie amate “ragazze”.  Io manderei in Siberia l’imbastito coach.
Per consolarsi solita visita al Leonardo con il nostro bel tramvai, dove veniamo raggiunti da Richini, Conti e un agente delle “ragazze” in Italia. Altra piacevole serata anche se disquisiamo animatamente su che tipo di ruolo potrebbero avere in Italia alcune delle giocatrici viste testè all’opera. Io le ho viste bravine tecnicamente ma mi sono apparse un po fragili e penso patirebbero in fisicità, un paio comunque le prenderei anche se non come “prima” straniera.
Comunque sia la finale chiudeva ufficialmente l’annata agonistica 2001-2002 e dal giorno dopo finalmente ferie.
Appena Giove Pluvio ha saputo che I due poveri orfanelli del basket stavano per iniziare un po di giorni di relax in quel del magiaro lago Balaton ha pensato bene di accordarsi con la famigerata nuvoletta di fantozziana memoria incaricandola da Zagabria in avanti di seguire I due poveri imbecilli erranti ovunque. Era un cielo minaccioso quello che nella mattinata di lunedì salutava I nostri in partenza per il “mare” ungherese. Passata la solita patetica scena della bara cinese da innalzare sul portabagagli dello scompartimento ed ormai raggiunti dalle avanguardie pluvie iniziava la transumanza. Dopo qualche ora di viaggio impegnate in partite di carte-tennis (in pratica un ramino su 5 set), finalmente l’agognata meta: Sjofok. Il tempo di accasarsi (solita pensione Venus) e via in spiaggia rinfrancati da un sole che definiremmo interessante. Ovvia mostra di gentildonne sufficentemente discinte (ovviamente a Cici non ne andava bene una, troppo alta, troppo bassa, poche puppe, gambe storte, caviglie grosse, grinzosa e via dicendo) compresa una simpatica e tatuata entreneuse che dal mio occhio clinico ho riconosciuto subito. Naturalmente in tanto ben di Dio gli eroici imbecilli giocavano a tennis (sempre con le carte). Come potrete immaginare il trenino, per quanto scalcagnato, era stato nettamente più veloce della famigerata nuvoletta fantozziana che però pian pianino verso le quattro del pomeriggio si affacciava giusrto davanti al sole. Il dramma era che aveva portato la sua amica nuvola di Filini, quella della Silvani e tutte quelle dei dipendenti di una multinazionale americana tipo IBM. L’accordo Cici aveva comprato il biglietto della spiaggia per un giorno, il sottoscritto con grande ottimismo l’abbonamento per 5 giorni, tanto restavo un po’.
Morale alle 17 fuggi fuggi generale dalla spiaggia e ricovero in albergo per: “La signora in Giallo”, “Derrik” ed altri eventuali programmi televisivi italici che l’esperto Cici aveva rintracciato nel marasma di trasmissioni Ungheresi (Brrr), Tedesche (ma come cazzo parlano), Austriache e variegatamente Slave.
Alla cena serale il povero Cicì è stato praticamente avvelanato da un locale pseudo italico (vi dico solo che a me hanno rifilato degli spaghetti alla carbonara con il salmone) e neanche le palette serali lo hanno potuto rinfrancare anche se la sfida delle palette a “trombabili” ha fatto registrare un 84 su 100 molto interessante seppure col terreno bagnato. La mia proposta di andare in un paio di sexy bar alla ricerca della tipa del pomeriggio è stata miseramente bocciata da un Cici affamato e stanco, ormai solo speranzoso nel sole del giorno seguente. Seee, il giorno seguente aveva poco di diverso dal precedente e l’armata delle nuvole fantozziane rendeva il Balaton molto vicino al lago Maggiore di novembre. Fortunatamente almeno I Gyros nel pomeriggio erano frequentabili in modo che Cici potessre sfogare istinti alimentari repressi e dargli un minimo di sollievo. Nessun sollievo per l’acqua che copiosa inondava le vie. Intanto dopo il solito Derrik si vedeva in TV di disastri tra l’ex Germania Est e la Cekia. Ma noi imperterreti ci dedicavamo al tennis (a carte) con divagazioni al giochino Goal che parlava di calcio (ovvviamente a carte). La cosa bella di quest’ultimo gioco era che io non ci volevo giocare perchè non mi piaceva, in allenamento Cici vinceva sempre, appena tronfio ha voluto giocare a soldi ha iniziato a perdere tipo il Modena nel campionato di A. Comunque sia il tutto si svolgeva imperterritamente sotto il diluvio universale. Praticamente c’era solo il tempo di mettere le rain ed andare a mangiare per vedere la faccia degli altri turisti costretti ai box. Il clichè si è in pratica ripetuto per altri 2 giorni con Cici che non riusciva a mangiare quel che voleva, perdeva a Goal, guardava la Signora in Giallo (per la quinta o sesta volta lo stesso episodio e diceva: “io so chi è l’assassino”), faceva la classifica delle trombabili (ottimo un 89/100) e prendeva un tot d’acqua (pure io questo).
Morale al Venerdì si è raccolto armi e bagagli per Budapest da dove la bara cinese con il padrone sarebbe ripartita per I patri lidi. Ovviamente vicino a Deli Pu (seconda stazione) non c’era un albergo nemmeno a pagarlo, motivo per cui dopo una migrazione con bara al traino sotto l’immancabile nuvoletta finalmente è apparsa una luce: Hotel Mercury. Una nota catena europea all’insegna del risparmio: 70 euro (a testa) per notte. Accomodati ci si prepara per uscire, ovviamente lo scopo era tirare sera per andare a mangiare da Fatal, motivo per cui sotto l’ennesimo diluvio I nostri si recano in centro per prenotare. Dopo essersi prenotati come signori Rossi il ritorno in albergo in un clima da tregenda non è stato il massimo per poi riuscire dopo mezzora perchè il tipo ci aveva obbigato ad uscire dal ristorante per le 9 di sera onde lasciare posto ad altri.
Ovviamente stanchi dell’acqua presa ci si è recati in Taxi alla gruppia, finalmente Cicì ha sfogato I suoi istinti bestiali imbottendosi più di un BIG BURGER con piatto di carne (avrebbero sfamato 10 irakeni per una settimana), birrona tanta, Palascinta (terribile dolce ipercalorico), varie ed eventuali. Alla fine il fattaccio: il cameriere non ci portava il conto, motivo per cui spazientiti siamo andati verso l’uscita; la tentazione di andarsene senza pagare era forte, ma essendo fondamentalmente onesti l’abbiamo detto al capo il quale, adombrato con il cameriere l’ha obbligato a sistemare I conti. Il tapino cameriere incazzato ha dato il resto a Cici in monetine da 1, 2  e 5 fiorini per un totale di più o meno mezzo chilo di ferraglia. Un Cici furente è uscito insultando I magiari per almeno 7 generazioni e confidando nel Danubio per una provvidenziale pulizia etnica.
Ma non finiva li, dopo una notte passata saltando sul letto per cercare di digerire il Palascinta, il nostro si è recato a far colazione che ovviamente non poteva comprendere più di un caffè, sapete cosa costava la prima colazione: 13 euroooooo. (non male per un caffè vero?). Devo però ammettere che c’era di tutto da mangiare….
Sotto il solito diluvio finalmente la bara ha potuto inforcare il treno per casa (via Vienna), mentre il sottoscritto, dopo una divagazione ad Oroszlany (simpatica cittadina addiriturra soleggiata) tornava verso il Balaton per gli ultimi giorni. Questa operazione di separazione in effetti ha disorientato la nuvoletta che non potendosi sdoppiare ha avuto un attimo di panico per poi ricompattarsi sopra Sjofok.  Morale altri 4 giorni di pioggia intensa finchè è apparsa la luce: il mercoledì si giocava Zsegersegy-Manchester a Budapest per la qualificazione alla Champion League ed il giorno seguente apriva Afrodite.
Nel frattempo, ritornato a Sjofok non restava che ingannare il tempo passeggiando sotto la pioggia e girando I locali notturni del posto. Ovviamente rintracciata la tipa col tatuaggio (naso sempre ok) per scoprire che il prive con lei sarebbe stato a prezzi un po pepati (anche se non come il Peep di Milano), le tariffe erano 96.000 per il sesso e 48.000 per vedere il suo spettacolo. Passato la mano.
Più vicino alla filosofia del night con Lap dance un altro locale dove conosciuti due simpatici Pordenonesi si è passata una serata piacevole in compagnia di tale Barbara. Questa era una tipa che faceva Knik Boxing e d’estate la Lap dance, I miei due nuovi amici si erano innamorati di sta qua che aveva veramente un gran fisico anche se di viso non era un gran che. Insomma per 3 giorni siamo dovuti ritornare, questa ci aveva preso in simpatia e pur non parlando ne inglese ne italiano ci capivamo, I due tipi hanno voluto farsi fare anche il massaggio con il corpo (96.000 lire sic), io mi sono limitato a sfidarla a braccio di ferro e non sono riuscito a stenderla perchè aveva una forza di nervi incredibile (nenche l’altro c’è riuscito) ed ha ceduto solo al terzo compare che era 1.90 per almeno 110 Kg.
Come detto, saputo di cosa c’era a Budapest e stufo della nuvoletta di Fantozzi con I miei nuovi amici ho transunato verso la capitale dopo aver visto perfino un torneo di pallamano femminile sulla spiaggia. Scioccante l’arrivo con la prenotazione dell’ostello Hill (collina per chi non sa l’inglese), così detto perchè sito in cima ad una collina (Hill per chi non sa l’Italiano), la cosa bella è che il bus navetta che doveva portarmi era sparito, motivo per cui ricorso al taxi, il tassista abusivo, non sapeva dove fosse il posto ed io ho dovuto fare anche da cartina umana ad un tassista ungherese ed in più dagli 8.000 per il tempo trascorso in piu a pirlare per la zona dell’albergo chiusa per lavori. Ma ddaiii. Comunque, fatto da Cicerone per le varie cose godibili (sotto gli ormai abituali sprazzi di pioggia) alle sette ho mollato i ragazzi a Moska ter per recarmi al Nepstadium.
Purtroppo tutta l’Ungheria era mobilitata per l’avvenimento e non c’era più un biglietto manco a piangere (anche perchè c’erano gradinate inagibili) motivo per cui va a cercare un televisore per l’avvenimento. In un simpatico bar del centro non ti ritrovo l’unico tifoso indiano del Manchester con tanto di cappello e maglietta. Il povero tipo è quasi zittito dai festanti locali fino ache I red devil segnano ed emette un urlaccio, peccato che il gol viene annullato ed al 95’ segnano I magiari. Il povero tifoso viene spernacchiato come nei più biechi locali italici. In effetti nel secondo tempo I locali non mettono il naso fuori dalla loro metà campo, l’unica volta a tempo scaduto ed è gol. Normale lo 0-6 del ritorno.
Nessun problema invece per I biglietti di Afrodite (a differenza del raggiungimento del posto nell’infima periferia della città); presentatomi verso le 16 alla biglietteria sono praticamente il settimo o ottavo spettatore tant’è che la carinissima bigliettaia manco ha il resto. A tale ora il Mi-sex pullula già di bergamaschi assatanati. Comunque sia entro ed I magiari stanno ancora allestendo I vari stand. Quello che è però pronto è il palco delle esibizioni ed I vari cubi per le cubiste in topless. Una sosta per dare un occhio e, praticamente un apparazione: una delle cubiste è una cosa host category, uno spettacolo, tanto che lo choc non mi fa schiodare dal palchetto per almeno mezzora: folgorato sulla via della Dama..sca.
A farmi riprendere è il passaggio di una prosperosa pornostar praticamente ignuda con tanto di codazzo di fotografi che la riprendono in ogni dove. EEEzioooo. Ma il clou è vedere un volto noto: ma si è lei: Cicciolina.In pratica era lei la madrina della manifestazione. Ovviamente ci voleva l’intervista per il treshpotting. Ilonuccia tanta è anche simpatica e disponibile, alla prima domanda: “allora, ti hanno fatto sindaco di Monza”, risponde con garbo: “no, c’erano candidati troppo forti nel mio partito”, Seconda  domanda: “ma quanti voti hai preso?”. “Circa mille” fa lei ed aggiunge un “non male”. Chiacchierando un po ci si avvicina ad uno stand di cassettine. Un televisore fa girare un filaccio, giusto il tempo di apprezzare (parlava di un pittore con un bel pennello) ed appare la tipa protagonista. Si tratta di tale Michelle Wild (Selvaggia). Notevole tocco di tipa, intervista anche qui, notando il continuo guardare verso la telecamera durante il film e nelle scene più hard lamento che dovrebbe impegnarsi di più. Lei gentilissima si giustifica dicendo che è il regista a chiederglielo. Da li una simpatica conversazione finita con la cartolina autografata della tipa. Se vi capita un suo film guardatelo, merita. Intanto partivano gli spettacoli sul palco e che spettacoli. Oh li si faceva sul serio, altro che Mi sex, viste cose inenarrabili per pubblica decenza.
Vi assicuro però che il top è stato quando ho potuto conoscere al bar la suddetta cubista. Spettacolissimo, sarei stato per metterla nello zaino e portarla a casa per vedere se Cici diceva “grinzosa”, si è parlato di cosa facesse e dei suoi progetti. Del culo che si faceva per sopravvivere con due lire, del fidanzato che cagava poco e delle sue colleghe cubiste (una era stata anche a lavorare a Ferrara). Troppo piacevole la comnversazione se non che l’ultimo pulman per tornare in centro era alle 21.30 e quindi ritirata strategica con una barca di rimpianti.Ragazzi che sogno di bimba…
Comunque sia il giorno seguente si ripartiva mentre il Danubio ricopriva le strade, già perchè la nuvoletta era ormai diventata grande ed imperversava non potendo non salutarmi anche l’ultimo giorno, incaricando la parente prossima di accogliermi a Trieste in serata. E così è stato con l’aggravante che l’affittacamere non aveva posto, motivo per cui il viaggio iniziato alle 7 di mattina da Budapest finiva alle 21.30 a Venezia Mestre in un coma vigile e a digiuno.
A proposito, ho capito dove l’Inps invia le prostitute in pensione: davanti alla stazione di Venezia Mestre, fatevi un giro per rendervene conto, che orrore, ripensando alla cubista ungherese un brivido mi corre lungo la schiena.. Il giorno dopo a Songa, secondo Voi chi mi attendeva: Cicciolina, la cubista Ungherese o la Nuvola di Fantozzi. Facile no, meno male che sui quattro giorni seguenti passati a Cervia  c’era un po di sole, tranne l’ultimo dove la nuvoletta ritardataria ha faticato a riprendermi, ma Vi assicura che almeno li me ne importava poco, il mio sole me l’ero portato da casa….