Che stupore.
Dopo tanti anni e, sopratutto
tanta nostalgia, rivedere e leggere grandi storie del "Parco" per
me é una grande emozione.
Quando penso che una parte
della mia gioventú, e de "mí scarp del tennis", l'ho vissuta
al sole giocando al basket al Sempione mi vengono in mente tantissime
cose. Sono giá passati, cosí in fretta, 18 anni da quando
vivo in Spagna. A meta di luglio sono venuto a Milano con Claudia, mia
figlia di 13 anni, e con grande entusiasmo sono tornato al Parco. Ho cercato
il campetto dove ho giocato come Catchman tante partite, e con orgoglio
ho detto a Claudia; é qui dove ho lasciato tutto il miodi
entusiasmo, il ricordo piú bello della mia gioventú e sopratutto
la fortuna di avere trovato i miei migliori amici. Una squadra di basket
di non meno 50 giocatori. Non importava dove ne quando, di giorno, di notte,
al sole, sotto la pioggia, con la neve (ricordo di aver spalato e rotto
il ghiaccio), in estate, in inverno. La cosa importante era trovarsi, giocare
e stare tutti assieme.
Certamente un magnifico e
indimenticabile ricordo. Qui nella vicina e allo stesso tempo lontana Spagna
le cose sono un po differenti. Non ci sono playground come il Parco nel
quale tutti giocavano, dalle stelle del basket alle persone piú
sconosciute e quando racconto, chiaramente con la bocca piena di orgoglio,
le avventure passate in questo campetto dove il basket era il dio assoluto,
gli Spagnoli hanno visioni e allucinazioni.
Insomma un bellissimo e indimenticabile
ricordo e spero che tutti quelli che sono passati per questo Playground
sentano le stesse emozioni che ho sentito io al ripassare per il campetto
del Parco. La prossima visita a Milano sicuramente en "scarp del tennis"
e con l'arancia per fare due tiri e cosí giocare e navigare nel
mare dei miei ricordi.
Con questo addio malinconia,
la vita continua.
Ragazzi e amici, dalla Spagna,
un abbraccio a tutti, belli e brutti.
Eh, spero ricevere mail e
foto, sopratutto dal Losio che dice averne tante.
Massimo
Marchetti |