La Gazzetta degli Imbecilli
Anno 1  Numero 15  (25) 12/03/2001 Arretrati

IL SITO E' MORTO
VIVA IL SITO.

Indovina ki sono? sono la lalla!come va il sito?ho letto 1 pò quando sono andata da fax e nn mi sembra bene..mi è piaciuto moltiss la tua risp a gluca del 9/2!ciao SMS trasmesso il 12/3/2001 12:52:43

A seguire tre testi di canzoni di cui dovrete trovare un nesso comune.
Michel
Ti ricordi, Michel dei nostri pantaloni corti, delle tue gambe lunghe magre e forti e della rabbia che mi
davano correndo tutti i giorni un po' più svelte delle mie.
Ti ricordi, Michel dei nostri soldatini morti, nella difesa eroica dei bastioni e seppelliti in una siepe con
onori militari inventati lì per lì.
Ti ricordi, Michel del banco nero in terza fila, che ascoltò tutte le risate, di due bambini che vivevano in un
sogno che non si ripeterà.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Ti ricordi, Michel che a me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e che senz'altro non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
Ti ricordi, Michel di come ti prendevo in giro, per l'erre moscia che ti era rimasta, solo ricordo della Francia e della tua prima casa, dei tuoi amici di lassù.
Ti ricordi, Michel di come era esclusiva la tenerezza che ci univa, e accompagnò la nostra infanzia fino ai giorni della nuova realtà.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Ti ricordi, Michel di come a me dispiaceva, quando parlavi sempre di ragazze e delle voglie che avevi con due occhi un po' sottili che non conoscevo più.
Ti ricordi, Michel di quando i mei capelli corti, ti davano fastidio e dicevi, che se non la piantavo di fare il bambino tu con me non ci saresti uscito più.
Ti ricordi, Michel quel giorno che facemmo a pugni tornando a casa dalla scuola, con la cartella appogiata a una colonna a due passi dal palto.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Ti ricordi, Michel il giorno che morì tua madre, che tu piangevi tanto che anche il cane che ti voleva così bene non aveva il coraggio di avvicinarsi un po'.
Ti ricordi, Michel che tristi erano quei giorni, io non sapevo proprio cosa dirti e che confusione avevo in testa e che stupore sul tuo viso e che voglia di partir.
Ti ricordi, Michel quei due saluti alla stazione e i lacrimoni venir giù, quando la macchina comincia a far pressione tu dovesti salir su.
Ti ricordi, Michel che fretta che avevano tutti, far partire la vettura, mentre lento il tuo vagone se ne andava ritornava la paura.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.

Claudio Lolli


La Tua Prima Luna

Questa è la tua prima luna che vedi
fuori di casa sapendo di non ritornare
Oggi sei uscito e ti sei domandato
ma dove sto andando e che cosa farò
Sei finito in un prato mangiando una mela
comprata passando dal centro
dove i tuoi amici parlavano ancora
di donne e di moto e tu ti fumavi
la gioia di essere riuscito a fuggire di casa
portandoti dietro soltanto la voglia
di non ritornare

Hai pochi soldi sai bene domani
nessuno ti aiuta se hai voglia di chiedere aiuto
ma in quella prigione dove ti hanno insegnato
ad amare poche persone alla volta non vuoi ritornare
Vuoi amare più gente vuoi vivere in mezzo alla gente
E mentre tu dormi su un prato sentendo un po' freddo
con dentro una voglia di piangere forte
tu vedi passare una macchina verde della polizia
Non ti vedono neanche
li senti andar via e capisci di colpo
che il loro discorso è diverso dal tuo

Claudio Rocchi


Poster

Seduto con le mani in mano sopra una panchina fredda del metro`
sei li` che aspetti quello delle sette e trenta chiuso dentro il tuo paletot
un tizio legge attento le istruzioni sul distributore di caffe`
ed un bambino che si tuffa dentro ad un bigne`

E l'orologio contro il muro segna l'una e dieci da due anni in qua
il nome di questa stazione e` mezzo cancellato dall'umidita`
un poster che qualcuno ha gia` scarabocchiato dice "Vieni in Tunisia"
c'e` un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via...

di andare lontano lontano...
andare lontano, lontano.

E da una radiolina accesa arrivano le note di un'orchestra jazz
un vecchio con gli occhiali spessi un dito cerca la risoluzione a un quiz
due donne stan parlando con le braccia piene di sacchetti dell'UPIM
ed un giornale e` aperto sulla pagina dei films.

E sui binari quanta vita che e` passata e quanta che ne passera`
e due ragazzi stretti stretti che si fan promesse per l'eternita`
un uomo si lamenta ad alta voce del governo e della polizia
e tu che intanto sogni ancora sogni sempre sogni di fuggire via...

di andare lontano lontano...
andare lontano, lontano.

Sei li` che aspetti quello delle sette e trenta chiuso dentro il tuo paletot
seduto sopra una panchina fredda del metro`

Claudio Baglioni



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