Anno 1 Numero 15 (25) 12/03/2001 | Arretrati |
Ti ricordi, Michel che a
me piaceva Garibaldi, ma tu dicevi che era un buffone e che senz'altro
non poteva sostenere il confronto con il tuo Napoleone.
Ti ricordi, Michel di come
ti prendevo in giro, per l'erre moscia che ti era rimasta, solo ricordo
della Francia e della tua prima casa, dei tuoi amici di lassù.
Ti ricordi, Michel di come
era esclusiva la tenerezza che ci univa, e accompagnò la nostra
infanzia fino ai giorni della nuova realtà.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi,
Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel di come
a me dispiaceva, quando parlavi sempre di ragazze e delle voglie che avevi
con due occhi un po' sottili che non conoscevo più.
Ti ricordi, Michel di quando
i mei capelli corti, ti davano fastidio e dicevi, che se non la piantavo
di fare il bambino tu con me non ci saresti uscito più.
Ti ricordi, Michel quel
giorno che facemmo a pugni tornando a casa dalla scuola, con la cartella
appogiata a una colonna a due passi dal palto.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi,
Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.
Ti ricordi, Michel il giorno
che morì tua madre, che tu piangevi tanto che anche il cane che
ti voleva così bene non aveva il coraggio di avvicinarsi un po'.
Ti ricordi, Michel che tristi
erano quei giorni, io non sapevo proprio cosa dirti e che confusione avevo
in testa e che stupore sul tuo viso e che voglia di partir.
Ti ricordi, Michel quei
due saluti alla stazione e i lacrimoni venir giù, quando la macchina
comincia a far pressione tu dovesti salir su.
Ti ricordi, Michel che fretta
che avevano tutti, far partire la vettura, mentre lento il tuo vagone se
ne andava ritornava la paura.
Ti ricordi, Michel. Ti ricordi,
Michel. Ti ricordi, Michel. Ti ricordi, Michel.
Claudio Lolli
La
Tua Prima Luna
Questa è la tua prima
luna che vedi
fuori di casa sapendo di
non ritornare
Oggi sei uscito e ti sei
domandato
ma dove sto andando e che
cosa farò
Sei finito in un prato mangiando
una mela
comprata passando dal centro
dove i tuoi amici parlavano
ancora
di donne e di moto e tu
ti fumavi
la gioia di essere riuscito
a fuggire di casa
portandoti dietro soltanto
la voglia
di non ritornare
Hai pochi soldi sai bene
domani
nessuno ti aiuta se hai
voglia di chiedere aiuto
ma in quella prigione dove
ti hanno insegnato
ad amare poche persone alla
volta non vuoi ritornare
Vuoi amare più gente
vuoi vivere in mezzo alla gente
E mentre tu dormi su un
prato sentendo un po' freddo
con dentro una voglia di
piangere forte
tu vedi passare una macchina
verde della polizia
Non ti vedono neanche
li senti andar via e capisci
di colpo
che il loro discorso è
diverso dal tuo
Claudio Rocchi
Poster
Seduto con le mani in mano
sopra una panchina fredda del metro`
sei li` che aspetti quello
delle sette e trenta chiuso dentro il tuo paletot
un tizio legge attento le
istruzioni sul distributore di caffe`
ed un bambino che si tuffa
dentro ad un bigne`
E l'orologio contro il muro
segna l'una e dieci da due anni in qua
il nome di questa stazione
e` mezzo cancellato dall'umidita`
un poster che qualcuno ha
gia` scarabocchiato dice "Vieni in Tunisia"
c'e` un mare di velluto
ed una palma e tu che sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano...
andare lontano, lontano.
E da una radiolina accesa
arrivano le note di un'orchestra jazz
un vecchio con gli occhiali
spessi un dito cerca la risoluzione a un quiz
due donne stan parlando
con le braccia piene di sacchetti dell'UPIM
ed un giornale e` aperto
sulla pagina dei films.
E sui binari quanta vita
che e` passata e quanta che ne passera`
e due ragazzi stretti stretti
che si fan promesse per l'eternita`
un uomo si lamenta ad alta
voce del governo e della polizia
e tu che intanto sogni ancora
sogni sempre sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano...
andare lontano, lontano.
Sei li` che aspetti quello
delle sette e trenta chiuso dentro il tuo paletot
seduto sopra una panchina
fredda del metro`
Claudio Baglioni
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